“Una nostra egregia Cittadina, Luisa Molina Sanfelice, svelò venerdì sera (5 aprile 1799) al Governo la cospirazione di pochi non più scellerati che mentecatti. La nostra repubblica non deve trascurar di eternare il fatto e il nome di questa illustre Cittadina”. Giustiziata a Piazza Mercato, come tanti emeriti personaggi prima di lei, colpevole di lesa maestà come Eleonora Pimentel da Fonseca che per lei spende queste parole, il nome di Luisa Sanfelice è effettivamente passato alla storia. Domenica prossima, sarà proprio la figura di questa donna illustre ad accompagnarci attraverso le bellezze del Petraio e dei Quartieri Spagnoli in una fantastica escursione insieme alle nostre guide.
Figura di spicco nella storia partenopea, il suo nome viene spontaneo se si pensa al breve periodo in cui si sviluppò la Repubblica Napoletana. Luisa Sanfelice viene ricordata tutt’oggi per l’importante scoperta della congiura filoborbonica intesa a destituire il potere stabilito. Elevata dai tanti al rango di salvatrice della patria repubblicana, la sua fama perdura negli anni ispirando scrittori e registi tra cui il romanziere Alexandre Dumas che le dedica una lunga opera che ne esalta il senso patriottico. Se spesso la sua azione politica viene sminuita, per altri Luisa Sanfelice è una donna colta. Conosce le gazzette francesi che, proprio dieci anni dopo la Rivoluzione del 1789, diffondono idee repubblicane, e avrebbe addirittura cantato l’inno patriottico, la cosiddetta “Marsigliese Napoletana” secondo quanto si legge sull’Enciclopedia delle Donne.
Per tanti altri invece, Luisa Sanfelice è priva di motivazioni propriamente politiche, ma certamente non di amore passionale per un giovane avvocato dalle idee repubblicane. Approfittandosi dei sentimenti che un membro della famiglia Baccher, all’origine della congiura, nutre per lei, si fa dare un salvacondotto che consegna all’amante Ferdinando Ferri, senza il quale sarebbe stato ammazzato insieme agli altri giacobini. Luisa Sanfelice svela così la trama, temendo più per la vita del suo caro amante che per la propria. Ed è proprio questo amore smisurato, indifferente alla propria salvezza, che le consente di guadagnarsi l’affetto del popolo napoletano e la complicità dei vari medici che partecipano a rimandare l’esecuzione, inventandole una finta gravidanza. Nonostante tutti gli sforzi, la povera Luisa conosce una fine tragica, definita ingiusta e barbara dai tanti che non vedevano in lei altro che una donna terribilmente innamorata.