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Le Small Wonders olandesi: la prova che con l’arte non bisogna andare di fretta

Il significato profondo di un’opera d’arte non salta all’occhio di chi la guarda di fretta. Il mistero fa parte del gioco, le zone grigie sono lasciate all’interpretazione dello spettatore e molti aspetti dell’oggetto stesso non sono subito visibili all’occhio di chi dà soltanto uno sguardo veloce.

Delle origini incerte

Esiste, sparsa fra varie città del Nord Europa e New York, una collezione di opere in miniatura chiamata «Small Wonders», ossia «piccole meraviglie». Queste miniature raffigurano scene bibliche complesse intagliate nel legno, con figure, alte al massimo una decina di millimetri.

Rosary Bead, 1500–1525 South Netherlandish, Boxwood; Overall (open): 4 7/8 x 3 3/4 x 1 1/4 in. (12.4 x 9.6 x 3.2 cm) Upper hemisphere: 2 1/2 x 2 1/8 x 1 1/4 in. (6.4 x 5.4 x 3.2 cm) Lower hemisphere: 2 7/16 x 2 3/8 x 1 1/4 in. (6.2 x 6.1 x 3.1 cm) The Metropolitan Museum of Art, New York, Gift of J. Pierpont Morgan, 1917 (17.190.474a)

Dette «olandesi» per via delle iscrizioni incise in alcune di queste opere, le loro origini sono ancora incerte. La tecnica usata lascia intendere che gli oggetti provengano da studi diversi. Il lavoro accurato degli esperti ha permesso di risalire fino ad un certo Adam Dircksz. Peccato che dell’artista, non ci sia traccia. La città dove operava, Delft, ha infatti visto i suoi archivi distrutti dalle fiamme di un terribile incendio avvenuto proprio nel Cinquecento, contemporaneamente alla creazione delle opere.

Oggetti religiosi, ma non solo

Le Small Wonders, in tutto una sessantina di opere, rappresentano scene bibliche. Certi oggetti sembrano proprio destinati alla preghiera, come dimostra il rosario che si può ammirare nella foto sottostante. Il Cinquecento, epoca in cui le sculture sono state realizzate, vide fiorire un nuovo modo di relazionarsi alla preghiera. Le opere sembrano quindi iscriversi in questa nuova tradizione, come oggetti di devozione personale, e dal punto di vista stilistico presentano una mescolanza di elementi gotici e rinascimentali.

Photography by Craig Boyko

La meticolosità nella realizzazione e l’ammirazione che suscita sempre la miniatura potrebbero soddisfare la curiosità dello spettatore frettoloso Ma sarebbe troppo semplice fermarsi a considerare queste microscopiche sculture dal solo punto di vista religioso o guardarle di sfuggita. Le numerose sfaccettature degli oggetti sono nascoste all’occhio di chi le guarda senza prestarci molta attenzione. Una delle opere più interessanti di questa collezione è una piccola sfera di legno che svela all’apertura la famosa scena del Giudizio Universale. Ma attenzione! Le sorprese non finiscono qua. La seconda metà dell’opera è fatta di piccoli sportelli che contengono altri disegni, altre incisioni. Anche nel rosario sono nascoste delle immagini, e  i grani possono essere slegati in diversi modi.

La contemplazione e il gioco sono parte di questa collezione, che non si limita a servire uno scopo religioso. L’immaginazione dello spettatore trova spazio anche nelle opere la cui funzione sembra evidente al primo sguardo. Oltre a guardare, bisogna scrutare.

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Photo credits © GiorgioCossu / Museodivino. 
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