Dante Gabriel Rossetti e la sublimazione delle storie d’amore tragiche
Non si tratta di una coincidenza se una così splendida rappresentazione della Francesca da Rimini di Dante sia stata realizzata da un giovane pittore inglese chiamato proprio come il Sommo Poeta. Il padre, nella sua veste di poeta innamorato dell’opera dantesca, diede al secondogenito il nome di Gabriel Charles Dante Rossetti.
E non solo il nome: Gabriele Rossetti, patriota italiano costretto all’esilio per aver partecipato ai moti insurrezionali del 1820 e trasferitosi a Londra poco dopo, trasmette al figlio anche il gusto per la poesia per cui troverà una certa propensione sin dalla tenera infanzia e l’amore per la cultura italiana e particolarmente per l’opera dantesca. Essa ispirerà gran parte della sua opera, dalla traduzione della Vita Nova alle numerose rappresentazioni pittoriche della Divina Commedia. Dante Gabriel Rossetti, che nel frattempo ha deciso di mettere il nome del Poeta in primo piano, trae infatti grande ispirazione dalle storie d’amore tragiche narrate nei massimi capolavori della letteratura.
Innamorato delle storie d’amore, ma non del lieto fine
E conoscerà anche lui la storia d’amore di una vita, bellissima e altrettanto tragica, con la modella di umili origini Elizabeth Siddal. È una donna sensuale, dai lunghi capelli rossi, dai tratti dolci che si addice perfettamente ai canoni della Confraternita dei Preraffaelliti, associazione artistica fondata proprio da Rossetti nel 1848 insieme ai compagni della Royal Academy, Millais e Hunt, che stufi dei modelli vigenti all’epoca si propongono di riscoprire i pittori primitivi, i temi medievali e, appunto, i miti e le grandi storie della letteratura.
Elizabeth Siddal, o Lizzy, diventa la modella preferita di Dante Gabriel Rossetti e gli ispira gran parte delle donne raffigurate nei suoi quadri. Da un lato, è una donna dal carattere forte capace di affermarsi anche come poetessa e pittrice. Dall’altro lato però, trascina in sé una malinconia che la seguirà fino al termine della sua vita, e che la rende perfetta per impersonare alcune delle protagoniste di grandi storie tragiche, come la famosa Ofelia di Millais.
Ma per Rossetti, Elizabeth è Beatrice, l’amore assoluto del Poeta, la musa che illumina tutta la sua opera. La relazione tra i due tuttavia è per lo meno burrascosa: Rossetti non è quello che potremmo chiamare un uomo fedele e Lizzy, già debole, sprofonda sempre di più in una cronica malinconia, al punto da dedicare al suo amante questi terribili versi: “se il semplice sogno di un amore fosse vero, allora, dolcezza, saremmo in Paradiso. Ma noi siamo in terra, mia cara, dove il vero amore non è dato”.
La tragedia di Lizzy, e la follia di Rossetti
Lizzy cerca di placare il dolore affidandosi ai poteri del laudano, un sedativo che aveva assunto per la prima volta dopo una polmonite contratta proprio durante una delle sedute in cui faceva da Ofelia per Millais e a cui è ormai dipendente. Anche dopo la prima overdose della modella, la relazione tra i due amanti non si fa più serena: timoroso di presentarla alla sua famiglia, come nelle migliori storie d’amore a ostacoli, Dante Gabriel Rossetti aspetta che la sua Lizzy, debilitata psicologicamente e fisicamente, sia in fin di vita per chiederla in sposa. Nel 1860 i due finalmente si sposano, ma un altro dramma sconvolgerà la povera donna prendendo questa volta la forma di una bambina nata morta.
Elizabeth Siddal non regge il colpo e si suicida poco dopo, nel 1862, assumendo una forte dose di laudano.
La sua musa si è spenta ma, proprio come il poeta che gli ha dato il nome, Dante Gabriel Rossetti non smette di ispirarsi alla sua amata. La rappresenta per l’ultima volta nella Beata Beatrix, forse uno dei suoi capolavori, fitto di riferimenti al loro amore e alla morte dell’amata. L’artista, ossessionato dai ricordi e dedito anch’egli all’uso di alcol e droga, si incammina tra pensieri oscuri sul sentiero della follia.
Convinto dagli amici George Meredith e Algernon Swinburne, inuma il corpo della moglie per recuperare una raccolta di poesie a lei dedicate che aveva posto all’interno della bara, fra i suoi lunghi capelli rossi; e a detta dell’amico che lo aiutò nell’impresa la chioma rossa e fluente di Lizzy aveva continuato a crescere durante la sepoltura … Il ricordo dell’amata perseguiterà il pittore fino alla morte che lo coglie nel 1882: solo, folle e quasi cieco, in una casa diroccata e abitata da decine di animali selvatici.
Da Francesca a Beatrice
Amore, follia, morte, rimpianto, tenerezza e passione, fanno della storia tra Dante Rossetti ed Elizabeth Siddal uno dei simboli più alti del tragico intreccio tra arte e vita. E non ci stupisce, ma continua a incantarci, come questo artista il cui nome stesso era un omaggio al nostro sommo poeta, abbia dato le fattezze dell’adorata Lizzy non solo all’angelica Beatrice, ma anche alla sua splendida Francesca da Rimini, coinvolta insieme all’amante in un tenero abbraccio destinato a durare per l’eternità.”