La bellezza fiorita!
Oggi vi portiamo a fare una passeggiata virtuale sulle tracce del Liberty napoletano, partendo da quello che fu il quartiere “nuovo” della fine dell’Ottocento, ovvero il Vomero. La prima tappa del tour sarà proprio la via Luigia Sanfelice, tutta cosparsa di villette in stile floreale.
Oltre alla Villa Santarella, famosa dimora del commediografo Eduardo Scarpetta, incontreremo vari palazzi edificati dall’architetto Adolfo Avena, che sperimentò lo stile in tarda carriera. Prima di interessarsi all’edificazione di palazzi, il fantasioso ingegnere aveva proposto al comune il progetto di una funicolare aerea, pienamente sostenuto da Gustave Eiffel. Il progetto alla fine verrà però abbandonato, e l’architetto napoletano si dedicherà invece alla sperimentazione dello stile floreale, in particolare al Vomero.
Noto testimone di questo periodo è il palazzo Avena, che fronteggia la funicolare di Piazza Fuga. Pur ispirandosi, ovviamente, al nuovo stile in voga, Avena aggiunge al Liberty un pizzico di Medioevo, di cui era molto appassionato. L’esempio di questo stile ibrido ma equilibratissimo si noterà particolarmente nel suo palazzo di via Tasso: un palazzo che ospitò anche lo straordinario cast del film “Giallo Napoletano” del 1979 con Ornella Muti, Michel Piccoli, Renato Pozzetto, Peppino de Filippo, Zeudi Araya, Capucine, Peppe Barra … e un arruffato, adorabile mandolinista interpretato dal grande Marcello Mastroianni.
Il Liberty vomerese
In generale, il liberty vomerese è diverso da quello delle altre città, e degli altri quartieri napoletani stessi. Lo stile floreale diventa un tratto distintivo del quartiere quando, alla fine dell’Ottocento, vengono intrapresi imponenti lavori per fare della collina – nota fino ad allora solo perché vi si coltivavano i broccoli! – un quartiere residenziale, destinato in seguito a diventare fra i più prestigiosi della città.
Il liberty nell’architettura napoletana non solo si può ammirare sulle facciate ornate da motivi floreali dei palazzi, o alzando la testa per contemplare le torrette che, secondo Eduardo Scarpetta, fanno sembrare queste ville un “comò sotto e n’coppa”. A volte, i gioielli sono proprio nascosti… come all’interno del palazzo Mannajuolo, dove si trova la maestosa scala elicoidale!