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Botticelli, Disney, Go Nagai: insieme a fumetti nel nome di Dante!

La Divina Commedia tra tavole illustrate, parodie, manga … e gusci di noce

di Klaudia Dedja

L’importanza dell’immagine

La Divina Commedia è un opera che facilmente si presta alla rappresentazione. Di conseguenza, non c’è da stupirsi che in tempi più recenti sia diventata protagonista di racconti di ogni genere, con artisti che abbiamo creato un vero e proprio Dante a fumetti, da quello occidentale al manga giapponese. In Italia e oltralpe il nome di Dante Alighieri non è di certo sconosciuto. Ma da cos’è dovuta la fama dell’opera e di conseguenza dell’autore?

Tra le molte risposte, c’è da dire senza ombra di dubbio che chiunque legga la Commedia non possa far a meno di avere chiare delle immagini, date dalle descrizioni dell’autore di luoghi e personaggi; con le rispettive emozioni che questi suscitano. Al punto tale che al nome di Caronte viene alla mente un vecchio iracondo quasi mostruoso, alla parola Purgatorio un impervio monte da scalare e così via. Come avrebbero potuto quindi gli artisti di ogni tempo, non farsi ispirare dai versi danteschi e dar vita a vere e proprie rappresentazioni della Commedia? Una scelta ardua, ma doverosa, ci ha portato a trattare di tre esempi vicini all’arte che Hugo Pratt definì “letteratura disegnata” e Will Eisner “arte sequenziale” , ovvero l’arte del fumetto: l’Inferno di Botticelli, le parodie dantesche della Disney e per concludere la Divina Commedia del fumettista giapponese Go Nagai.

Il racconto di Botticelli

Un gran riscontro è visibile già dal Medioevo stesso, nell’iconografia, a partire dalle prime edizioni della Commedia con frontespizi e miniature. Dai manoscritti alle edizioni a stampa, la Commedia con le sue rappresentazioni ha visto una continua evoluzione. È interessante come la rappresentazione più famosa dell’Inferno di Dante sia quella disegnata da Sandro Botticelli, più di un secolo dopo dalla nascita dell’opera. La rappresentazione è una versione dettagliata del regno infernale che vede, girone per girone, Dante e Virgilio compiere la loro discesa e interagire con i personaggi della commedia, quasi come un fumetto, da leggere però dall’alto verso il basso con una lente di ingrandimento.

La Voragine Infernale. Pergamena originale conservata nella collezione Vaticana. Sandro Botticelli 1480/95. Dimensioni 32,5 x 47,5 cm

Questo disegno proviene da un gruppo originariamente composto da un centinaio di pergamene, realizzate per Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici, di cui ora ne restano sparse solo novantadue. Ogni pergamena presenta da un lato il canto della Commedia e dall’altro i disegni relativi al canto successivo, alcun rimasti privi di colore. Le pagine dovevano essere disposte orizzontalmente e sfogliate dal basso verso l’alto così che la rappresentazione precedesse il testo in maniera speculare. Esiste inoltre una versione della Commedia illustrata, con commento di Boccaccio, che presenta i disegni sopracitati assieme ad altri schizzi ricostruiti dell’artista. L’evoluzione dei disegni riguardanti il poema non varia solo nello stile, ma anche nei temi e nei personaggi rappresentati.

Sandro Botticelli .La Voragine Infernale. Dettaglio, Le Malebolge

Qualche secolo senza Dante

Solo nel ‘700 vediamo una pausa delle raffigurazioni dantesche ed un ripudio per l’opera del poeta. Mentre la corrente estetica ed artistica successiva, quella romantica, riprese l’opera e in particolar modo l’Inferno, con i suoi personaggi, mossi da forti passioni, per dar vita ad una moltitudine di opere, in particolar modo quadri, per rappresentarli in tutto il loro ambiguo fascino.

Dante a fumetti: dall’Inferno di Topolino…

In Italia il fumetto nasce con una funzione educativa, fondamentale anche al giorno d’oggi. Non a caso il primo “Topolino italiano”, simbolo della casa d’animazione Disney, fu L’inferno di Topolino del 1949/1950 per i numeri dal 7 al 12.

Quest’opera fu anche capostipite delle Grandi Parodie Disney. Il racconto a fumetti utilizza i personaggi Disney proiettandoli nella Divina Commedia. Pippo e Topolino sono Virgilio e Dante sulla scena teatrale, nella quale avrebbero dovuto inizialmente solo rappresentarli, ma a causa di un ipnotizzatore, viene fatto creder loro di essere i veri protagonisti della Commedia. L’azione prosegue fra citazioni dell’opera dantesca e della contemporaneità. Come una simpatica vignetta che vede protagonista il conte Ugolino che invece di mordere la testa del prelato che lo imprigionò, è un arbitro condannato per aver favorito una squadra di calcio durante una partita. Maledetto dai tifosi, si trova all’Inferno. Con un Topolino spaventato e un Pippo adirato, il tutto diventa esilarante per grandi e piccini.

L’ironia sta nella contrapposizione dei versi danteschi veri e propri o simili presenti nei balloon con ciò che viene invece detto nelle didascalie. La parodia dell’Inferno di Topolino è strutturata in canti segnalati esplicitamente fuori dalla nuvoletta, fino al canto ventisettesimo. Mentre i successivi, non più segnalati, possono essere facilmente intuibili dal lettore in base ai personaggi incontrati dai protagonisti. Altri ancora sono uniti, ma nel complesso il fumetto racchiude i punti fondamentali della prima cantica. L’intera parodia disneyana gioca molto sulla maniera caricaturale nella quale usa l’italiano antico e lo stile dantesco, ma soprattutto sulla contrapposizione fra il linguaggio aulico ricostruito delle didascalie e il linguaggio colloquiale delle nuvolette. Inoltre anche l’immagine disneyana contribuisce alla dissacrazione dell’opera. In questa maniera l’opera del Sommo diventa più fruibile ad un pubblico infantile, permettendo un primo sguardo all’opera già in giovane età.

L’inferno di Topolino, 1949, di Guido Martina, Angelo Bioletto, Fabio Celoni, Luca Merli

… a quello di Paperino

Nella trilogia delle grandi parodie Disney, nel 1987 nasce anche L’inferno di paperino. Questa versione ambienta nella contemporaneità l’opera dantesca. Paperino ed Archimede a mo’ di Dante e Virgilio si ritrovano in un Inferno dove la legge del contrappasso ed i peccati sono strettamente legati alla società urbana e capitalista, tra inquinamento, burocrati incompetenti e persone dipendenti della tecnologia. Andando avanti nel tempo, la morale della storia non cambia.

L’inferno di Paperino, 1987, di Giulio Chierchini e Massimo Marconi.

Una terza e ultima versione disneyana che ha come protagonista una parodia del sommo è stata pubblicata in onore del settecentenario dantesco. Nel 2021 la Giunti mette alle stampe Paper Dante. Nella stessa opera troviamo riproposte anche le due versioni precedenti, in un volume unico adattissimo all’infanzia.

Paper Dante,2021 di Augusto Macchetto, la disegnatrice Giada Perissinotto e il colorista Andrea Cagol

Il Giappone e Dante: Gustave Doré come messaggero

In Giappone la Divina Commedia inizia la sua diffusione assieme a tanta altra letteratura europea, all’inizio dell’epoca Meiji, con l’apertura dei confini, nella meta del ‘800, dopo secoli di isolazionismo. La letteratura e la storia occidentale ispirò grandemente la cultura dei manga e dell’animazione giapponese: da Lady Oscar a Piccole Donne.

Ma anche opere come la Divina Commedia, più complesse e articolate furono apprezzate e studiate nelle università. Non solo la letteratura ma anche l’arte che tratta della Commedia, come i disegni di Gustave Dorè, ispirarono un pilastro nel mondo del manga e dell’animazione come Go Nagai. Il quale rese palese la sua passione per l’opera già negli anni ‘70, con una citazione ed omaggio al personaggio di Dante nel suo manga incompiuto Mao Dante, che successivamente sarà ripreso e modificato per dar vita al più famoso Devilman. Ma oltre le citazioni Nagai rese omaggio alla Commedia con una propria versione a fumetti. In un certo senso è da considerarsi quasi scontato la facilità con la quale i disegni dei manga in bianco e nero possano prendere ispirazione dalle rappresentazioni di Dorè.

Messa a paragone fra la rappresentazione di Caronte in Dorè e in Nagai.

Il caso Go Nagai

Dalla fonte iconografica trae la modalità di rappresentazione dei personaggi nello spazio, Nagai infatti sottolinea la piccolezza e la paura provata dal protagonista nella sede infernale, che è quella più ampiamente trattata nella sua opera. Poiché la Divina Commedia di Go Nagai, in tre volumi, uscì fra il 1994 e il 1995, l’edizione italiana arrivò nelle librerie solo fra il 2006 e il 2007, targata shonen. Questo termine giapponese, il cui significato è per l’appunto ragazzo, sta a indicare uno dei numerosi generi dei manga, che vede delle storie d’avventura dove un protagonista, di solito maschile, aiutato da uno o più personaggi, ha una missione da compiere.

Nagai quindi presenta Dante come un eroe, la cui missione è quella di visitare i regni ultraterreni per poterli raccontare, con i suoi versi, una volta tornato sulla Terra. Lo scopo è quello di far conoscere agli uomini cosa aspetta loro dopo la morte. Dante viene proposto come un vero protagonista shonen: l’unico che può compiere questo viaggio e scelto per delle qualità che stenta a riconoscersi. Impaurito e dubbioso, guidato da Virgilio fin sull’Eden, quindi fino alle meta del terzo volume, dove tutta l’intensità dell’avventura di un racconto per ragazzi lo vede protagonista di avventure ricche d’emozioni, tra personaggi terrificanti e malvagi che fanno immedesimare il lettore nel protagonista.

Un racconto di formazione

È insolito come la Commedia di Nagai inizi con un’ introduzione da parte di Dante che lo vede presentarsi e fare un breve resoconto della sua vita. Mentre, come ben sappiamo, l’opera dantesca inizia con la Selva Oscura. Per comprendere il motivo della scelta di Nagai, bisogna contestualizzare. Il manga è indirizzato ad un pubblico di giovani giapponesi che con poca probabilità conosce l’opera, figuriamoci la biografia dell’autore fiorentino. Nagai propone l’opera di Dante al pubblico con tanto di note esplicative in didascalie o pronunciate dai due protagonisti stessi.

Secondo incontro fra Dante e Beatrice nel manga

Il concetto della lotta del bene corto il male è caratteristica dei manga shonen, e il Dante di Nagai non fa eccezione. Certamente il gusto per lo splatter del mangaka, che si vede nelle opere, ha reso di facile resa il suo inferno ricco di violenza e sangue: con testa mozzate, diavoli sadici e personaggi sottoposti alle più atroci delle torture.

Cerbero che sbrana i golosi nel fumetto di Nagai.

Anche il Purgatorio nonostante debba essere un luogo di redenzione conserva un che di inquietante, nelle prove e nella sofferenza che le anime debbono ancora provare per redimersi e ascendere al Paradiso. Il Paradiso infatti è rapidissimo, un resoconto di due pagine per ogni cerchio angelico che si conclude non con la famosa terzina finale dell’opera, ma con Dante e Beatrice che sorridono alla vista di Dio. Non poche le aggiunte d’autore in questa versione della Commedia. Il Dante italiano, l’originale, per quanto possa porsi delle domande considera giusto e irrevocabile il progetto divino. Il Dante giapponese invece si chiede se giusta sia la pena e quale sia il vero concetto di peccato.

Dante Shinkyoku, 1994/2016: Go Nagai

Alla fine del suo viaggio, come un eroe di un romanzo di formazione, Dante comprende il senso del peccato in quanto prova del suo libero arbitrio. Nel manga il concetto di peccato è più legato ad un’interpretazione buddista di quella che potremmo chiamare, semplificando, hybris, cioè rottura di un equilibrio universale e di conseguenza la relativa punizione per un ritorno all’ordine.

E per finire…

Se siete curiosi di scoprire di più riguardo alle raffigurazioni nell’arte dell’opera dantesca, vi invitiamo a varcare la soglia del Museodivino o, se non siete a Napoli, a seguirci sui nostri canali virtuali, dedicati molto spesso alla Divina Commedia: articoli che trattano del poeta e della sua opera, serate a tema, corsi e workshop per scavare ancor più nell’animo di un letterato e artista come Dante. Perché tutto ciò? Perché al Museodivino è conservata una trasposizione artistica unica al mondo della Divina Commedia, fatta di rappresentazioni tridimensionali di interi gironi infernali e cerchi del Purgatorio in scultura in miniatura. Così come per Botticelli, armati di lente d’ingrandimento, scoprirete una nuova interpretazione visiva dell’opera, un racconto per immagini targato Antonio Maria Esposito, ricco di colori e dettagli inspiegabili a parole. Rivivendo la storia, come in un fumetto, all’interno di quarantadue semplicissimi gusci di noce.

Visitatori del Museodivino osservano con la lente la Divina Commedia in 42 gusci di noce di Antonio Maria Esposito

Bibliografia

Dante per immagini dalle miniature trecentesche ai giorni nostri, Lucia Battaglia Ricci, Einaudi, 2018

Divina Commedia, Go Nagai, editore d visual, anno 2006/2007

Dante Pop La Divina Commedia nella letteratura e nella cultura popolare contemporanea, Stefano Lazzarin e Jerome Dutel, Vecchiarelli editore, 2018

Il sommo topolino nella selva oscura. Spunti per una riflessione linguistica de l’Inferno di topolino, Daniela Pietrini, Martin Luther University Halle Witternberg, 2018

Sitografia

https://www.tomshw.it/culturapop/go-nagai

https://www.fantasymagazine.it/32631/paperdante

https://exhibitions.salvador-dali.org/en/divine-comedy-dante-alighieri-illustrated-salvador-dali

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