I dieci primati di Napoli che ci hanno incantato: dai corridoi del Cotugno al presepe in seme di canapa all’arte di soffrire bene. Una passeggiata fuori da ogni cliché nel cuore della città “più cool del momento”
Dopo il plauso dei media a favore del modo esemplare con cui ha gestito la recente pandemia, l’ospedale Cotugno di Napoli gode di una fama che attraversa ormai i confini della penisola italiana. Per rendere merito a chi, ieri come oggi, ha dovuto superare sé stesso per il bene comune, che si tratti di curare una persona in difficoltà o di offrire a chi è in cerca di bellezza un altro gioiello, abbiamo colto questa occasione per fare un giro nelle vie della città partenopea alla ricerca dei suoi primati. E, senza sorpresa, abbiamo scoperto che essi non mancano: dai più prestigiosi ai più inaspettati, ogni angolo di Napoli cela in sé qualcosa di straordinario… che si trova perfino nel DNA dei napoletani!
Incamminiamoci subito per una passeggiata attraverso i numerosi record di Napoli, iniziando dai quartieri alti della città, entro le mura dell’ospedale Cotugno, fino a scendere nei vicoli del centro storico alla scoperta del presepe più piccolo del mondo.
E il premio va…
1 – Al Cotugno, il miglior ospedale in Italia nella lotta contro il Covid-19
Fondato nel 1884, il Cotugno di Napoli si era già dimostrato un’eccellenza nell’ambito delle malattie infettive. Tuttavia, se oggi il nome dell’ospedale partenopeo echeggia anche nelle orecchie straniere, è proprio per l’ottimo atteggiamento con cui ha gestito, e gestisce tutt’ora, la recente pandemia. Questo lo dice un giornalista inglese, Stuart Ramsay, che per conto di Sky News UK realizza un reportage in immersione nei corridoi del reparto di terapia intensiva dell’ospedale napoletano. Infatti, stando alle sue parole, non solo le misure preventive sono state rispettate alla lettera dopo che i medici campani, consapevoli della situazione che dovevano fronteggiare i colleghi del Nord Italia, sono riusciti a attrezzare il proprio personale medico in modo adeguato – si pensa per esempio alla doccia disinfettante che faceva ogni operatore sanitario prima di entrare in contatto con un paziente.
La prudenza non è mai troppa e proseguendo si scopre che un’infermiera, pur non essendo entrata in contatto diretto con un paziente, si cambiò la tuta ermetica e i guanti. Il lavoro paga e, almeno per molto tempo, il Cotugno di Napoli era uno dei pochi ospedali in cui non fu registrato nessun caso di coronavirus tra il personale curante: probabilmente un record a sé stante.
2 –All’Università Federico II, la prima università statale del mondo
Alleata con l’Ospedale Cotugno nella lotta contro il Covid-19, l’Università degli studi Federico II di Napoli può anche vantare un altro premio: si tratta infatti della prima università statale al mondo. Se è vero che le università di Bologna e di Padova sono decisamente più antiche di quella partenopea, la Federico II resta tuttavia la prima università statale al mondo, e tutt’ora una delle più importanti in Italia. Arriva infatti al terzo posto della classifica del Miur, dopo le università di Bologna e di Roma. Istituita nel 1224 per volere dell’imperatore Federico II, nasce con l’obiettivo di formare i futuri gestori dell’Impero, motivo per cui i corsi erano principalmente incentrati sulla giurisprudenza.
Stiamo per proseguire la nostra strada in direzione del Duomo di Napoli, ma prima di arrivarci vi raccontiamo un aneddoto che il nostro interesse per l’opera dantesca ci spinge a condividere: a partecipare attivamente allo sviluppo della neonata università partenopea fu proprio Pier delle Vigne, fedele notaio dell’imperatore che Dante incontra nel suo viaggio attraverso l’Inferno, e che viene rappresentato nella Divina Commedia in guscio di noce dell’artista stabiese Antonio Maria Esposito.
3 – Al tesoro di San Gennaro, il più ricco al mondo
“San Gennaro batte Elisabetta II”, si può leggere in un articolo che ci informa che il tesoro del Santo Patrono di Napoli vale molto di più di quello della regina d’Inghilterra. Tra le tante meraviglie, la mitra di San Gennaro, che conta ben 18 kg di pietre preziose. Arricchito per più di 250 anni dai monarchi che sono passati dalla città partenopea, il tesoro ha raggiunto un valore letteralmente inestimabile. Ma si legge sul sito del Museo del Tesoro che perfino una donna del popolo avrebbe regalato al Santo patrono il suo bene più prezioso: un paio di orecchini per ringraziarlo di averla protetta proprio durante un’epidemia – di peste questa volta- che ai suoi tempi devastò la città di Napoli.
4 – Alla stazione della metropolitana Toledo, la più bella d’Europa
Tra le tante bellezze che popolano la città di Napoli, ce n’è una un po’ più inaspettata, interamente creata da mano umana. Tutti già sanno che in molti si fermano alla stazione della metropolitana di via Toledo soltanto per poter ammirare un gioiello di arte contemporanea che si iscrive anche in un percorso turistico promosso dall’Amministrazione comunale. Ma chi potrebbe affermare che fu ufficialmente eletta stazione più bella d’Europa? Il premio in realtà esiste, e viene dal giornale inglese “Daily Telegraph” che nel 2012 – anno della sua inaugurazione- decide di attribuirlo proprio alla stazione partenopea, unica italiana nella top 10, che nel suo piccolo già aveva conquistato il premio di stazione più profonda di Napoli. Ma la fama della stazione della metropolitana Toledo non si ferma qui, poiché nel 2015 vince un sorprendente Oscar: quello delle opere pubbliche sotterranee.
Immergersi nella stazione Toledo è effettivamente una gioia e una meraviglia per gli occhi e per la mente di qualsiasi viaggiatore, dal turista di passaggio al frequentatore abituale. Progettata dall’architetto catalano Oscar Tusquets Blanca, questa vera e propria discesa nel fondo del mare (o risalita all’aria aperta, a seconda del punto di vista!) è impreziosita dai mosaici a tema di William Kentridge, e dai pannelli lenticolari di Bob Wilson che riproducono le onde del mare. Chi, soffermandosi sulle opere di Kentridge, volesse scoprire un altro frammento dell’opera di questo eclettico artista può spostarsi nei dintorni di Napoli: la sua immersiva installazione “More Sweetly Play the Dance” è visibile fino al 2 dicembre 2020 all’Antico Arsenale della Repubblica di Amalfi.
5 – Al teatro San Carlo, il teatro più antico del mondo ancora in attività
„Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita. Non c’è nulla in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è come un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare“. Questo lo scrive Stendhal all’inizio dell’Ottocento, dopo aver visto il San Carlo in occasione della sua riapertura dopo l’incendio che lo distrusse nel 1816. Oltre a essere il teatro più antico ancora in attività, il San Carlo di Napoli vanta anche il primato di teatro più bello al mondo secondo la lista stilata dal sito Best5.it., mentre era già apparso nella classifica del National Geographic senza riuscire a rubare il primo posto alla Scala di Milano.
6 – Al Museo Archeologico di Napoli, per la digitalizzazione all’avanguardia dell’arte più antica
Un altro primato in ambito culturale che merita di essere ricordato è quello attribuito dall’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali al Mann che, fra tutti i musei italiani, è riuscito a sopperire in modo più efficiente alla chiusura dei luoghi di cultura grazie a un’attività incessante sui social. Il Museo Archeologico di Napoli è stato anche, come si legge nel sito, “il primo museo archeologico a produrre un videogame destinato al pubblico internazionale di tutte le età”: si tratta di Father and Son, scaricabile gratuitamente, in cui un figlio, per incontrare il padre mai conosciuto, esplora la città e anche le collezioni del museo.
7 – Al presepe in seme di canapa conservato al Museodivino, il più piccolo al mondo
Napoli è senza dubbio la città dei record se si parla di presepi. Mentre San Gregorio Armeno, la cosiddetta “Via dei presepi”, batte ogni anno dei record di frequenza, il presepe del Duomo di Napoli vince il premio di presepe più grande al mondo con delle statue alte ben 4 metri. Ma quello che ci interessa ora è invece un piccolo gioiello: all’interno di un un seme di canapa, il prete stabiese Antonio Maria Esposito (1917-2007) realizza il più piccolo dei suoi presepi, tutti esposti negli spazi di Museodivino nel centro storico di Napoli. Si tratta con ogni probabilità del presepe più piccolo al mondo fatto da mano umana.
A guardare da vicino, e con una lente d’ingrandimento, si può infatti distinguere la Santa Famiglia rappresentata con dei dettagli straordinari: il velo sulla testa di Maria, i capelli del giovane Giuseppe e l’aureola sopra la testa del Bambino sono contenuti in questo semino di soli tre millimetri.
8 – Alla città di Napoli, la più hype dell’anno
Se ne parla molto in questo periodo: gli italiani che prima andavano volentieri all’estero per trascorrere le ferie stanno traendo beneficio da una situazione ancora in bilico per riscoprire il proprio paese. In questo contesto, Napoli diventa una delle mete più ambite per trascorrere le vacanze estive.
Ma non c’è neanche bisogno di passeggiare per le vie della città per rendersene conto: l’Osservatorio sul turismo e marketing di Bruxelles ha infatti realizzato uno studio che ha permesso di stabilire che la città di Napoli è la più seguita sui social dopo Londra. Inoltre, nel settembre del 2019, il Lonely Planet omaggia la città partenopea dichiarandola la città più “cool” del momento: dai bar di piazza Bellini ai concerti improvvisati nel cuore dei Quartieri Spagnoli passando per i numerosi musei, gallerie d’arte e le passeggiate nelle vie dello street art, Napoli guadagna sempre più punti nel cuore dei turisti.
9 – Il podio dei premi improbabili
“Fashion”, “figo”, “spettacolare”, “emozionante”. Ecco cosa si può leggere nei commenti di elogio al posto che venne definito il più “cool” d’Europa da una giuria di esperti di design e urbanistica. E’ ancora Napoli a aggiudicarsi un primo posto, questa volta nell’improbabile gara al parcheggio più cool del mondo. Vince infatti il Morelli, ricavato nel tufo della grotta del Chiatamone: luci soffuse, spazio, modernità e vicinanza alla galleria borbonica e a una suggestiva sala eventi gli conferiscono una hype che è riuscita a fare colpo sulla giuria del concorso. E infatti, il parcheggio partenopeo batte di netto il Belgio e l’Inghilterra, con il doppio dei punti a favore.
Un altro premio che ci lascia perplesse è quello attribuito al pino di Posillipo, visibile dalla chiesa Sant’Antonio a Posillipo: sarebbe l’albero più famoso di tutta Italia. A conferirgli il premio è il National Geographic, che si basa sui numerosi dipinti e fotografie che lo hanno ritratto nell’arco dei suoi 129 anni di esistenza. Va anche detto che la città di Napoli conta nel suo palmarès più di un albero premiato: anche l’albero di Natale inaugurato nel 2016 ha conquistato il premio di albero più alto del mondo con ben 40 metri di negozi e ristoranti. Ma la sua fama non è durata a lungo poiché ha dovuto affrontare i riscontri piuttosto negativi dei napoletani che lo ritengono una “massa di ferraglia su uno dei lungomari più belli del mondo”.
10 – Al popolo napoletano, il più felice d’Italia
Se non è bastata la classifica stilata dalla Lonely Planet per convincervi a visitare Napoli, ecco un modo insolito di promuovere il turismo: lo dice perfino il sindaco Luigi De Magistris, chi è depresso venga a Napoli! Sembra che il capoluogo campano sia infatti la città in cui si consumi il minor numero di psicofarmaci in Italia, secondo uno studio realizzato dal Quotidiano Nazionale sulla depressione, un male sempre più diffuso tra gli italiani. Forse sono il sole e la brezza marina a influire sul morale della gente, o forse, come sostengono alcuni, è una questione di filosofia di vita, che i napoletani si portano fin dentro il sangue. Perché, come ci ricorda Massimo Troisi, anche soffrire è una vera e propria arte: e se si deve soffrire, bisogna soffrire bene!
Questo articolo ha 3 commenti
Siamo i migliori e la storia che lo dice
Siamo appena all’aperitivo. Napoli non finisce qui.
Mi è piaciuta tantissimo la descrizione delle tante piccole – grandi particolarità napoletane